Pitture Necessarie

Pitture Necessarie

Isabella Nazzarri


A cura di M. Lapperier
22 – 30 maggio 2021
Milano, Spazi Mac Mahon

Supergiovane è lieta di presentare Pitture Necessarie, la mostra personale di Isabella Nazzarri, negli spazi di Mac Mahon 49 di Milano.

Dopo due anni di ricerca, l’artista livornese torna in mostra con tredici dipinti a olio su tela di piccolo e grande formato.  Il ciclo di opere esposte è legato al suo soggiorno in Toscana durante il periodo del lockdown italiano, dove il contatto diretto con il paesaggio natio, vissuto in una solitudine forzata e meditativa, ha dato vita ad un nuovo incipit della sua ricerca artistica. Ritrovando una natura familiare e intrinsecamente legata alla sua poetica, Isabella ha osservato a lungo i luoghi della sua memoria, documentandoli tramite fotografie e impressioni visive che hanno contaminato l’astrazione metafisica del suo lavoro con il ricordo della realtà, amata e vissuta in prima persona. La pratica pittorica è divenuta essenziale, scandita giorno dopo giorno dalle tempistiche lunghe della tecnica dell’olio su tela, cercando nei tempi stessi dell’asciugatura dei livelli di colore una simbiosi naturale.

È a partire da tali premesse che Isabella Nazzarri ha sperimentato una pittura nuova, che cresce lentamente, assecondando ritmi sempre più vicini piuttosto a quelli biologici.

Le Pitture necessarie incarnano soprattutto una nuova attitudine alla pratica pittorica, vissuta come azione inevitabile ed essenziale della vita quotidiana, ma nello stesso tempo sempre proiettata verso un altrove. 

Nascono così composizioni nude, dominate dalle terre, dai verdi e dall’ indaco, dove il paesaggio sembra riflettere su sé stesso. Fuori fuoco in certi punti ma sempre concreta la pittura si offre senza fronzoli allo sguardo dell’osservatore, invitandolo in un viaggio profondo strato dopo strato. Durante l’inaugurazione sarà presentato il catalogo della mostra con un testo introduttivo di Mattia Lapperier.

Isabella Nazzarri, Tempo percorso, 2020, olio su tela, 80 x 80 cm

Pitture Necessarie

di Mattia Lapperier

Erano gli ultimi giorni del 2019 quando Isabella Nazzarri ha soggiornato per qualche settimana in Toscana, in occasione di una residenza. Da molto tempo l’artista, vivendo stabilmente a Milano da circa dieci anni, non tornava per un periodo così prolungato nella propria terra d’origine. Tale contatto con un paesaggio ormai vissuto di riflesso e non per esperienza diretta ma solo attraverso i ricordi d’infanzia, si è rivelato inaspettatamente significativo da un punto di vista della propria ricerca artistica. Dalle combinazioni di microrganismi fluttuanti che richiamano quasi inconsapevolmente il mondo cellulare, ai rimandi al regno vegetale o minerale; da sempre la natura, in tutte le sue forme, ispira la pittura di Isabella Nazzarri. I molti cicli a cui ha lavorato negli ultimi anni materializzano un paesaggio interiore in cui il ricordo si amalgama allo stato d’animo e compone sul supporto un’astrazione dai ritmi fluidi e una cromia accesa.

Isabella Nazzarri, Anemone, 2020, olio su legno, 20 x 25 cm

Se la permanenza in Toscana ha rappresentato una preziosa opportunità di riconciliazione con i luoghi del passato, contestualmente l’artista si è approcciata a tempi meno concitati e a ritmi più distesi, interiorizzando una relazione con la natura esperita in prima persona e non più solo attraverso il ricordo. Il successivo avvento della pandemia e il conseguente rapporto privilegiato istituito con lo studio di Milano – in particolar modo a partire dalla primavera del 2020 – non hanno fatto altro che consolidare tale mutata concezione del tempo, già avviata, come accennato, allo scorcio dell’anno precedente.

Isabella Nazzarri, Eden, 2020, olio su pannello, 33 x 48 cm

Se da un lato tali consapevolezze hanno posto le basi per un rinnovamento, dall’altro la solitudine di quei mesi e le innumerevoli privazioni e limitazioni hanno indotto l’artista a riscoprire nella pittura un atto necessario per la propria stessa sopravvivenza. È a partire da tali premesse che Isabella Nazzarri ha sperimentato una pittura nuova, che cresceva lentamente, assecondando ritmi sempre meno influenzati dalle scadenze abituali, sempre più vicini piuttosto a quelli biologici. Una pittura che trova le proprie ragioni nel togliere anziché nell’aggiungere, nella consapevole riduzione anziché nell’inutile sovrabbondanza. Eliminato ogni contorno, resta una composizione nuda, spogliata da ogni orpello. Essa si offre allo sguardo dell’osservatore, invitandolo ad accedervi, anche in funzione del moto centripeto a cui l’artista in molti casi fa ricorso. In via del tutto eccezionale, questi ultimi quadri rinunciano persino al confronto con lo spazio architettonico per convogliare le loro spinte verso l’interno e individuare in loro stessi il proprio baricentro. La consueta ricerca lascia così il posto a un’inedita immediatezza, suggerita anche dal recente confronto con la pittura impressionista. Un’inaspettata circostanza esteriore, seppur tragica, ha indirettamente causato l’affiorare di una prassi artistica ancora più intima e appartata, maturata anche per mezzo di lunghe e solitarie passeggiate nel verde. È così che sono nate le Pitture necessarie.

Isabella Nazzarri, Autunno, 2020, olio su tela, 80 x 90 cm

La scelta di riaccostarsi all’olio, tecnica che costringendo a tempistiche più lunghe limita un approccio estemporaneo in favore di uno maggiormente autoriflessivo, determina di per sé una cesura rispetto ai cicli pittorici precedenti. Il ritorno al cavalletto, l’utilizzo di pochi pennelli e di cornici in legno non trattato, persino l’impiego di una palette ridotta all’essenziale, sono ulteriori conferme dell’orientamento intrapreso dall’artista. Le campiture sfumano, si sovrappongono, i colori rinunciano alle abituali dissonanze, si fanno anzi più naturali, ricchi di terre e gradazioni di verde, le pennellate divengono più dense e materiche, il campo più profondo. Le Pitture necessarie non rappresentano soltanto l’esito a cui approda la ricerca più recente di Isabella Nazzarri, incarnano anche e soprattutto una mutata condizione esistenziale che individua nella lentezza un valore aggiunto e nel contatto diretto con la natura una delle forme più alte di benessere.

Per maggiori informazioni
T. +39 3921704048