Gli omini di Bellani: la ricerca della felicità si fa strato su strato
M. Lapperier, Gli omini di Bellani: la ricerca della felicità si fa strato su strato, in «Il Giornale», 14/11/2018, p. 15.
Boogie con Pietro Bellani al CAMeC della Spezia
Uomini in movimento affannati, alla ricerca di qualcosa, mossi dal desiderio di conoscere ed esplorare, animati da un discontinuo seppur progressivo movimento centrifugo, sono i protagonisti del lavoro di Pietro Bellani (Licciana Nardi, 1944), sin dalle sue primissime prove su carta. I suoi celebri “omini”, dipinti su tela, disegnati sul muro, sgrossati nel legno, cartone o vetroresina, stipano gli ambienti del CAMeC, lo riempiono di colore, dando luogo a folle concitate, al contempo divertenti e tragiche.
Boogie, curata da Valerio Dehò, ha inaugurato il 20 ottobre scorso e rimarrà aperta al pubblico sino al 6 gennaio 2019. Si tratta della prima mostra personale dedicata all’artista che, dagli anni Novanta, ha esposto prevalentemente in Germania, tra Francoforte, Düsseldorf, Amburgo e Monaco.
La consuetudine di intervenire a distanza di anni sulle stesse opere, variandole, incrementandole, facendole crescere come si trattasse di organismi viventi, impone un tipo di percorso che, rifuggendo una rigida scansione cronologica, è per lo più tematico. La questione del riuso è per Bellani di cruciale importanza: intere opere come Casa dell’architetto (2015) sono totalmente costituite da scarti, ritagli di sculture in legno o plexiglas. Tali rimanenze, così come le inclusioni di vecchie fotografie o addirittura vecchi lavori più piccoli in nuove tele, non solo permettono all’artista di ridare vita a qualcosa che aveva concluso il proprio corso ma, soprattutto, costituiscono per Bellani una fondamentale occasione di riflessione sulla propria arte.
Tanto gli “omini”, così come le numerose opere astratte – in particolare le serie Meteore e Le regole del caos – celebrano il movimento, il ritmo, il disordine come componenti primarie dell’arte di Bellani e, allo stesso tempo, condizioni esistenziali dell’essere umano. Boogie è anche il titolo di due tele in mostra, realizzate a vent’anni di distanza; ciò, oltre a testimoniare continuità nella ricerca di Bellani, individua efficacemente nella frenesia di una danza quel caotico e dirompente fermento insito nei suoi lavori.