Valentinaki
Il testo su Valentinaki è un estratto proveniente dal catalogo pubblicato in occasione della mostra La via dell’ambra. Reloading, bipersonale di Lolita Timofeeva e Valentinaki, a cura di Mattia Lapperier, Palazzo del Pegaso, Firenze, Spazio espositivo “Vetrina Expo Comuni”, 23 ottobre – 12 novembre 2020.
Valentinaki imprigiona nella resina sostanze naturali e artificiali, dando origine a delicati cromatismi dalle forme astratte. Tale operazione concettuale le consente di riflettere sui problemi
ambientali che rischiano di segnare indelebilmente la qualità della vita delle generazioni
future. L’artista crea elementi zoomorfi che rievocano organismi primitivi, anche grazie all’intrusione nelle sue composizioni di valve di conchiglia d’ostrica. Il ciclo di lavori che propone
in mostra è composto, oltreché dai citati lasciti del mare, anche da materiali inquinanti e non degradabili, provocatoriamente impiegati dall’artista con lo scopo di sensibilizzare i visitatori
sui rischi che si corrono se sprovvisti di un’adeguata cultura al rispetto dell’ambiente. Le
opere selezionate per la mostra rimandano all’ambra sia per il mero aspetto esteriore che, soprattutto, per la portata del loro significato intrinseco. Possiamo pertanto considerare i recenti
lavori di Valentinaki come degli involucri fossili in cui è raccolta idealmente l’eredità del nostro
tempo, così come giungerà alle future generazioni. A rimarcare ulteriormente tale intima connessione tra le varie epoche, l’artista inserisce nei suoi lavori, ricamandolo direttamente sulla
tela, uno dei tradizionali simboli popolari lettoni noto come Saules koks (Albero del Sole). Tale
ancestrale figurazione arborea presa a prestito anch’essa dalla cultura pagana – realtà ancora
viva e piuttosto diffusa nella Lettonia contemporanea – unisce gli avi alle generazioni di oggi
e queste ultime ai loro figli. Passato, presente e futuro si intrecciano e trovano fissa dimora
in una concrezione di resina dalle forme involute e dall’aspetto primordiale. Valentinaki allestisce
un’autentica archeologia del futuro costituita dai suoi reperti che colloca nello spazio
espositivo in modo tale da rievocare le wunderkammern tedesche o i gabinetti di curiosità
scientifiche custoditi nei primi musei di scienze naturali. Tanto le scelte allestitive quanto la
simbologia dell’Albero del Sole concorrono a porre in evidenza la delicata questione sulla
responsabilità morale nei confronti dei nostri posteri, vero filo conduttore dell’intero ciclo.
M.L.
Il catalogo della mostra da cui proviene l’estratto su Valentinaki è disponibile presso il sito web di Vanillaedizioni.
Valentina Kovalishina, in arte Valentinaki, nata a Riga nel 1985, è un’artista in continua
evoluzione. Dapprima sperimenta l’acquerello, in un secondo momento apprende lo studio
del pastello, attraverso la pittrice lettone Valeria Shuvalova. In seguito, nel 2009, dopo il
trasferimento in Italia, individua un primo rifermento nel mondo dell’arte in Giusy
Boncinelli, artista fiorentina di pittura figurativa ad olio. Proprio da Giusy Boncinelli eredita
una libertà espressiva in pittura tale da infonderle il coraggio necessario a credere nelle
proprie potenzialità, così da intraprendere il mestiere e la carriera di artista. Si distacca
così dalla pittura figurativa praticata dalla sua insegnante, procedendo sempre più in
direzione di un astrattismo caratterizzato dalla presenza di forme naturali ben riconoscibili, una tra tutte la conchiglia di ostrica. Quest’ultima è il materiale principale della gran parte
delle creazioni di Valentinaki: l’ostrica svolge il ruolo concettuale di perfezione imperfetta,
tanto unica quanto tangibile nel piano della realtà fenomenica; una riscoperta grazie alla
quale l’artista plasma composizioni materiche, dall’aspetto naturale e armonico.
L’osservazione della materia nella sua semplicità, il rispetto dell’ordine tridimensionale
della realtà, la scelta volontaria di mantenere equilibrio e coerenza tra gusto poetico e
gusto estetico sono tra le caratteristiche principali dell’opera di Valentinaki. La sua attuale
direzione artistica si imposta su un astrattismo teso verso la celebrazione degli aspetti più
tangibili del pianeta: la natura, il mare, l’elemento acqua, osservati a lungo e riecheggiati in
lavori, anche di considerevoli dimensioni. Valentinaki ha realizzato vari progetti in Italia e
all’estero, in luoghi pubblici e privati. Tra questi, si menzionano in particolare le istallazioni
site-specific allestite in luoghi di particolare interesse storico come il Santuario di Santa
Maria dei Miracoli presso San Celso (Milano), il Castello di Vicevano (Vigevano, PV), il
Castel dell’Ovo (Napoli), la Basilica di Sant’Ambrogio (Milano).